Gestire il contenzioso pretestuoso

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Gestire il contenzioso pretestuoso

Vero, il cliente ha sempre ragione… succede però sempre più spesso di scontrarsi col fenomeno dei «viaggiatori fotografi pretestuosi», che più che stare in vacanza, la “ragione” sembra se la vadano a cercare… e spesso è una ragione di litigio.

Per talento, o adeguatamente istruiti, questi soggetti si aggirano per le strutture turistiche documentandone gli angoli più reconditi per poi reclamare, spesso pretestuosamente, pretendendo indennizzi vari e soprattutto il risarcimento del danno da vacanza rovinata, da ottenere presso chichessia, cioè dal fornitore di servizi, il tour operator o l’agenzia di viaggi. E godersi semplicemente la vacanza, no?

Il fenomeno è reso ancor più evidente dall’emergere di sedicenti legali (che ricordano tanto il Saul Goodman della fortunata serie TV Breaking Bad), specializzati nel recupero delle spese sostenute e millantanti la possibilità di facili risarcimenti; la promessa è sempre la stessa: farsi quantomeno una bella vacanza gratis, senza sostenere spese legali,  e magari guadagnarci anche un po’.

Decisamente si sente odor di bruciato, per non dire di… truffa? Poveri operatori del settore!

Ma che cosa possono fare agenzie, fornitori di servizi e operatori turistici in genere per contrastare questa disdicevole linea di tendenza?

Prima di tutto occorre essere assolutamente sicuri di quello che si vende, pur coscienti che è sempre possibile avere qualche pecca e che ogni eventuale problema dovrebbe essere risolto, compatibilmente con le possibilità umane, direttamente durante il soggiorno: aprite un canale di comunicazione continua con i Vostri clienti! Il venditore avveduto sa che il processo di vendita non si conclude con la vendita, ma mira a impostare già quella successiva.

Un altro consiglio pratico (e speriamo utile) è quello di pretendere dai propri fornitori di avere a disposizione, o di essere sempre in grado di dotarsi, dei mezzi di controprova: testimoni effettivamente informati dei fatti, planimetrie, foto e filmati con tanto di data e ora, firma su un foglio del verbale di consegna e, per le agenzie, di aver addirittura messo a disposizione i cataloghi.

Suggerirei agli albergatori, con una piccola provocazione, di comportarsi come i colleghi spagnoli che espongono – tenuti per legge a farlo – un «foglio dei reclami», su cui il cliente possa scrivere ogni volta abbia qualcosa da ridire, immediatamente e in loco: in questo modo, chiunque volesse in seguito protestare, sarebbe costretto a dimostrare di aver già segnalato effettivamente il problema in loco. E non gli basterebbe più riportare quella generica segnalazione fatta a quel signore alto e moro della reception, poi ribadita in una lettera raccomandata e puntualmente riportata su una recensione on line (Tripadvisor et similari), mandata solo a soggiorno ultimato chiedendo l’indennizzo per danni vagamente individuati.

C’è, infatti, di che essere preoccupati per il fenomeno, che si diffonde a velocità sempre più elevata: la temuta raccomandata con richiesta di risarcimento danni o spesso conduce alla notifica dell’atto di citazione innanzi al giudice di pace, con aggravio di spese e perdite di tempo per tutti (gli operatori).

 

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